Rivista di Play Therapy N° 5_2022

rivista psicologia e play therapy dell'associazione play therapy italia

Sommario:

  1. "Il potenziale del gioco negli ambienti socialmente tossici" di Claudio Mochi, MA, RP, APT-USA & APTI RPT-S™
  2. "Dinamiche intangibili nel processo di Play Therapy che facilitano o ostacolano il percorso di guarigione del bambino" di Barbara Marino e Lorenza Tiberio, PhD, PTP
  3. "L'impatto del trauma sullo sviluppo del bambino: Applicare il modello neurosequenziale alla Play Therapy" di Isabella Cassina, MA, TPS, CAGS, Dottoranda

Dettagli rivista:

Editore: APTI (1° novembre 2022)
Direttrice: Isabella Cassina
Distribuita da: APTI, Centro Ordinary Magic (Roma) e INA Play Therapy (Svizzera italiana)
Stampata in Italia, a colori, 24 pp
Lingua: italiano
ISSN: 2673-9151

Parole chiave:

Ambiente socialmente tossico
Modello neurosequenziale
Percorso di guarigione
Play Therapy
Attaccamento
Trauma

Leggi le sintesi degli articoli!

I testi condivisi in questa pagina sono elaborati dai soci APTI nel contesto dell'attività volontaria di diffusione della Play Therapy in Italia.

L'impatto del trauma sullo sviluppo del bambino: Applicare il modello neurosequenziale alla Play Therapy

Un articolo di Isabella Cassina, MA, TPS, CAGS, Dottoranda. Sintesi di Florindo Sacchi, Psicologo specializzato in Neuroscienze cliniche e cognitive.

bambino traumatizzato seduto a terra

Dalla presentazione dei Dottori Bruce Perry e Richard Gaskill presso la Conferenza Annuale 2022 dell’Association for Play Therapy a St. Louis (USA) si evidenza come il successo terapeutico dipenda dall’utilizzo di modelli differenti dai metodi cognitivi/verbali a favore del gioco.

“Nel trattamento del trauma ha dominato a lungo una concettualizzazione che sosteneva il ricorso a terapie verbali di tipo cognitivo [...] trascurando quanto negli ultimi anni è stato enfatizzato dalle neuroscienze, ovvero: ‘molte funzioni cerebrali non sono raggiunte dai metodi cognitivi/verbali’” (Cassina, p.18).

Il gioco è una priorità nella crescita e apprendimento dell’individuo e favorisce la stimolazione delle regioni sottocorticali; difatti, lo sviluppo neurale parte dalle aree più semplici del cervello focalizzate nel coinvolgimento di percorsi cerebrali di natura associativa, regolativa e immediata per poi procedere attraverso il potenziamento di parti più complesse responsabili di funzioni maggiormente articolate e raffinate.

Il Dott. Perry sottolinea la correlazione tra la nostra vita emotiva e la sfera evolutiva del nostro cervello e come gli eventi traumatici riescano a minare sia il nostro senso di sicurezza che la capacità di sviluppare funzioni più complesse. Data la compromissione del regolare funzionamento delle regioni sottocorticali del cervello, i bambini traumatizzati normalmente soffrono di disturbi e ritardi di natura sociale, cognitiva, comportamentale, fisica e motoria.

Il modello neurosequenziale del Dott. Perry si articola in tre fasi: la prima consiste nel promuovere un senso di calma e sicurezza con il raggiungimento di un piano di stabilità. Successivamente, l’intervento terapeutico prosegue sulla componente relazionale ed emozionale e, una volta che i bisogni sensoriali, relazionali ed emotivi sono soddisfatti, vi è l’inclusione di nuove modalità cognitive e abilità e la stimolazione di apprendimenti.

La funzionalità della terapia è di creare nuove connessioni neurali e, all’interno di questa prospettiva, il gioco rispecchia il processo sequenziale dello sviluppo del cervello in ciascuna fase evolutiva, apportando l’esperienza necessaria a favorire l’organizzazione dei vari sistemi neurali, mediando tutte le attività motorie, sociali, emotive e cognitive.

L’attività ludica instaura un percorso terapeutico che regola il cervello umano, incrementando l’espressione del suo potenziale attraverso lo sviluppo delle aree non ancora mature. Tutto ciò accade solo in presenza di “gioco vero”: attività percepita dal bambino come spontanea, amabile e non indirizzata e controllata dall’adulto. La piacevolezza del gioco è una condizione necessaria per intraprendere nuove esperienze, sviluppando in tal modo un senso di padronanza e sicurezza in se stessi.

In conclusione, il gioco non è solo uno strumento terapeutico che fornisce esperienze per ciascun bisogno e area cerebrale, ma è una componente essenziale nel ciclo di apprendimento e crescita di ognuno di noi.

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MISSIONE

L'Associazione Play Therapy Italia APTI è stata fondata nel 2009 e si occupa in particolare di psicologia e psicoterapia dell'età evolutiva. L'APTI promuove il valore del gioco, diffonde la conoscenza e la pratica della Play Therapy e del Therapeutic Play/Gioco Terapeutico, conferisce credenziali ai professionisti per aiutare i consumatori ad identificare coloro con formazione ed esperienza specializzata, approva Enti di formazione continua in Play Therapy in Italia e nella Svizzera italiana che seguono e promuovono determinati criteri di qualità e professionalità condivisi dall’APT degli Stati Uniti. L'APTI pubblica la Rivista di Play Therapy© ed è Membro di Direzione dell'International Consortium of Play Therapy Associations IC-PTA (ic-pta.com).

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