Informazioni su gioco, Play Therapy e Gioco Terapeutico (Therapeutic Play)

Nonostante persone di ogni fascia d'età possano trarne dei benefici, la Play Therapy abbraccia in modo particolare la psicologia e psicoterapia dell'età evolutiva ed è appropriata per i bambini dai 3 ai 12 anni (Carmichael 2006; Gil 1991; Landreth 2002; Schaefer 1993). Anche adolescenti e adulti possono beneficiare delle tecniche di Play Therapy e da processi di tipo ricreativo. A questo riguardo, segnaliamo che l’applicazione di interventi di Play Therapy all'interno dei servizi di salute mentale e in altri contesti sanitari sta aumentando notevolmente (Pedro-Carroll & Reddy 2005; Schaefer 2003). In anni recenti gli interventi di Play Therapy sono stati utilizzati anche con bambini molto piccoli (sotto i 3 anni) e con pazienti anziani e un numero crescente di ricerche si sta sviluppando anche a questo riguardo.

Come indicato nel video, "la Play Therapy è l’uso sistematico di un modello teorico per stabilire un processo interpersonale dove un Play Therapist (professionista della salute mentale formato in Play Therapy da ente approvato) utilizza i poteri terapeutici del gioco per aiutare i clienti a prevenire o risolvere difficoltà psicosociali e a raggiungere un livello ottimale di crescita e sviluppo" (Association for Play Therapy degli Stati Uniti 1997).

La Play Therapy è utilizzata come trattamento elettivo nel settore della salute mentale in scuole, ospedali, strutture residenziali, contesti ricreativi e strutture d'accoglienza temporanea (Carmichael, 2006; Reddy, Files-Hall & Schaefer, 2005). Piani di trattamento di Play Therapy sono stati utilizzati come interventi primari o aggiuntivi per una serie di disturbi e condizioni mentali (Gil e Drewes 2004; Landreth et al. 2005) come ad esempio (Bratton et al. 2005):

  • trauma e depressione
  • aggressività
  • disturbi d'ansia
  • disturbo da deficit di attenzione/iperattività
  • disturbo dello spettro autistico
  • difficoltà di apprendimento
  • inibizione e ritiro sociale
  • disturbi della condotta
  • disturbi dell'attaccamento
  • ritardo generale dello sviluppo, ecc.

La psicologia dello sviluppo e la sua ricerca sostengono l’efficacia della Play Therapy in un’ampia varietà di problematiche sociali, emotive, comportamentali e relative all’apprendimento, includendo problemi legati a situazioni di vita potenzialmente stressanti come (Reddy, Files-Hall & Schaefer 2005):

  • divorzio e separazione familiare
  • lutto e perdita
  • cambio d’abitazione o scuola
  • nascita di un fratellino/sorellina
  • malattie croniche
  • abusi fisici e sessuali
  • violenza domestica
  • fallimenti accademici
  • adozione e affidamento
  • disastri naturali, ecc.

Registered Play Therapist (RPT) sono psicologi o psicoterapeuti certificati in Play Therapy e aiutano bambini a:

  • diventare più responsabili per i propri comportamenti e a sviluppare strategie più efficaci
  • sviluppare nuove e più creative soluzioni per i problemi
  • sviluppare rispetto e accettazione per se stessi e gli altri
  • apprendere a sentire e ad esprimere emozioni
  • coltivare empatia e rispettare i pensieri e i sentimenti degli altri 
  • apprendere nuove abilità sociali e relazionali con la propria famiglia 
  • sviluppare autoefficacia e pertanto una maggiore confidenza verso le proprie abilità

Le famiglie hanno un ruolo importante nel processo di guarigione dei bambini. L’esperto di Play Therapy effettuerà alcune decisioni su come e quando coinvolgere alcuni o tutti i membri della famiglia nella Play Therapy. Il coinvolgimento minimo implica che il terapeuta vorrà almeno comunicare regolarmente con coloro che si prendono cura del bambino per sviluppare un piano di soluzione per i problemi del bambino che sono stati identificati e per monitorare il progresso del trattamento. Altre opzioni possono includere il coinvolgimento nel trattamento a) diretto dei genitori o di coloro che si prendono cura del bambino, nel caso dell’intervento denominato Filial Therapy e b) dell’intera famiglia nella Family Play Therapy (Guerney 2000).

La Filial Therapy venne concepita nei primi anni sessanta da Bernard e Louise Guerney e da allora è stata ampiamente sviluppata e studiata per oltre 60 anni. Si tratta di un intervento familiare integrato nel quale il terapeuta forma e supervisiona i genitori nello svolgere sessioni speciali di Play Therapy con i propri figli. In questo modo i genitori sono coinvolti come partner nel processo terapeutico rendendoli autonomi e responsabili quali agenti di cambiamento primari per i propri bambini. La Filial Therapy rappresenta l’integrazione teorica di una varietà di orientamenti riuniti in un approccio globale rivolto a risolvere i problemi presenti, migliorare la relazione genitore-bambino e rafforzare la famiglia nel suo insieme.

Anche i professionisti che esulano dall'ambito della salute mentale possono applicare modelli di Play Therapy a determinate condizioni. A questo proposito, il Gioco Terapeutico, meglio conosciuto come Therapeutic Play in ambito nordamericano e anglosassone, è un settore molto ampio che trae ispirazione da diverse fonti. Tra queste vi è in particolare la Play Therapy da cui derivano principi e attività di intervento che guidano l'applicazione efficace dei principi terapeutici del gioco.

In contesti diversi da quelli strettamente terapeutico, ispirandosi al modello psicoeducativo, i principi terapeutici del gioco vengono applicati da figure provenienti dal settore educativo, sociale, sanitario e riabilitativo per favorire nei bambini lo sviluppo sano, facilitare il conseguimento di specifiche abilità e sostenerli nel rispondere in maniera più efficace a situazioni difficili. L’apprendimento di figure rilevanti come educatori, insegnanti, assistenti sociali, infermieri, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità, ergoterapisti, ecc. (detti agenti di cambiamento) è considerato un elemento fondamentale per generare nei bambini un processo di trasformazione positivo.

Lo Specialista in Gioco Terapeutico (TPS da Therapeutic Play Specialist) acquisisce nuove conoscenze, abilità e modalità di interazione, le veicola in prevalenza attraverso il gioco (considerato il linguaggio dei bambini e la modalità attraverso in cui apprendono meglio) riuscendo nell'ambito della propria attività professionale ad esercitare un'influenza positiva nei bambini in varie dimensioni.

Ti ricordiamo che i testi in questa sezione, così come in tutto il sito, possono essere copiati interamente o in parte solo includendo il copyright e i singoli riferimenti come indicati in www.associazioneplaytherapy.it e, per le pubblicazioni online, includendo il backlink all'autore (https://www.associazioneplaytherapy.it/it/).

Le informazioni riportate sono state realizzata inizialmente da JP Lilly, Kevin O’Connor e Teri Krull, di seguito in parte riviste da Charles Schaefer, Garry Landreth e Dale-Elizabeth Pehrsson. Le citazioni relative alle ricerca sono state compilate da Pehrsson e da Mary Aguilera assistente presso l’Università dello Stato dell’Oregon. Il materiale è stato tradotto da Claudio Mochi su autorizzazione dell'Association for Play Therapy APT degli Stati Uniti.

MISSIONE

L'Associazione Play Therapy Italia APTI è stata fondata nel 2009 e si occupa in particolare di psicologia e psicoterapia dell'età evolutiva. L'APTI promuove il valore del gioco, diffonde la conoscenza e la pratica della Play Therapy e del Therapeutic Play/Gioco Terapeutico, conferisce credenziali ai professionisti per aiutare i consumatori ad identificare coloro con formazione ed esperienza specializzata, approva Enti di formazione continua in Play Therapy in Italia e nella Svizzera italiana che seguono e promuovono determinati criteri di qualità e professionalità condivisi dall’APT degli Stati Uniti. L'APTI pubblica la Rivista di Play Therapy© ed è Membro di Direzione dell'International Consortium of Play Therapy Associations (IC-PTA).

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